IO, LUI E LA CANA FEMMINA

lunedì, 14 agosto 2006

Tanto per rompere il ghiaccio, anche se sarebbe più giusto, in estate, rompere la calura, vi voglio scrivere che, tutti presi dalla frenesia consumistica delle ferie, in genere dimentichiamo una questione che ricorre tutti gli anni, puntuale come la notte o il giorno. Si tratta dell'abbandono degli animali, specialmente dei cani, da parte di persone (? sono persone ?) che, dopo averli tenuti tutto l'inverno, non trovano di meglio che lasciarli al proprio destino. Mi piacerebbe molto analizzare la loro mente e capire perchè non riescano ad affezionarsi ad un "angelo peloso" e, con assoluta noncuranza, riescano a mettere in pratica questa azione, indegna di un essere umano. Poi le vediamo, queste povere bestie disperate, vagare per le strade alla ricerca di cibo, ridotte pelle ed ossa, bisognose d'affetto, terrorizzate dai maltrattamenti di altri cosiddetti uomini e dal caos delle nostre città. Le vediamo, poi, uccise dalle automobili o dalle privazioni. Lo so, mi direte che nella vita esistono cose più gravi; che esiste la guerra, la fame, le malattie e la mancanza del lavoro. Io credo, però, che un uomo che riesce a maltrattare un animale potenzialmente può farlo anche nei confronti di un proprio simile. Ne consegue che il mondo gira sempre lontano dalla vera vita e chissà quanti decenni dovranno ancora passare perchè non si dica più: "se questo è un uomo" !!
Claudio Baglioni ha scritto una "poesia" intitolata "io lui e la cana femmina". Tra l'altro, leggiamo: "...uomini o animali potremo stare bene da uguali anche imbarcarci in un porto e correre a girotondo il mare e non tornare più, se si riuscisse a bere un bicchiere insieme e ciucchi fin laggiù a collo torto sul fondale del mondo andare ad ululare al blu."
Già ! Poesia. La realtà è ben diversa. Io, però, spero sempre, fino alla fine dei miei giorni.
Grazie per avermi letto.
DNA

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