Sorridiamoci su

Cari amici,

all'interno della Legge di Murphy, si legge questo enunciato di Bells:

"Un corpo immerso in un liquido riceve una telefonata non appena entrato nella vasca da bagno".

Io lo verifico tutti i giorni!! Se decidessi di fare il bagno all'una del mattino, a quell'ora riceverei una telefonata.
Oggi ho fatto una prova: ho aperto il rubinetto, ho messo un piede sotto l'acqua ed immediatamente ha iniziato a squillare il telefono; ho tolto il piede dall'acqua ed il telefono ha smesso, l'ho rimesso ed ha ripreso. Così via per un bel po'. Poi mi sono immerso completamente nell'acqua e squillava che una meraviglia, con mio massimo "incazzo".
Dubbioso, ho chiamato la Telecom ed ho chiesto se avessero per caso collegato il telefono al rubinetto della vasca da bagno: hanno minacciato di chiamare la psichiatria. Che stupidi!! Chissà perchè??!!

Un saluto a tutti.

DNA

Abracadabra


Cari amici,
chi mi conosce sa che sono completamente incapace di destreggiarmi nelle alchimie informatiche, per me misteriose quanto e più della piramide di Cheope. Allora, come ho fatto a "mettere in piedi" questo blog, che mi sembra sia esteticamente valido e abbastanza ben organizzato? E' stato semplicissimo: a forza di interessarmi delle vicende del Grande Mago Henry Poster, sono diventato un po' Mago anch'io; mi è bastato dire la parola ABRACADABRA e .... voilà !! .... il Blog è bell'e fatto !!
Non ci credete, vero? Certo che non è vero !! Il merito di questo risultato è di Gianluca Sorrentino e di Pasquale Picone. Li ringrazio pubblicamente per il loro impegno e la loro pazienza passata, presente e .... futura, visto che io so soltanto scrivere un po' in italiano e tutto il resto è nebbia .... quasi completa !!

Un saluto a tutti.

DNA Giorgio Giovanni Lai Clabber 15386

Perchè DNA ?

Forse non vi interessa, ma lo dico ugualmente: perchè mi firmo anche DNA? Da piccolissimi, quando ci chiedevano il nostro nome, rispondevamo, più o meno tutti, modificandolo per difficoltà di pronuncia. Claudio Baglioni diceva di chiamarsi "Cucaio". Io rispondevo, dice mia mamma, "Dodetto Nananni Ai" volendo dire "Giorgetto Giovanni Lai".
Se volete, mi raccontate le vostre "modifiche"?

Tutto in un abbraccio !!

DNA

BULLISMO NULLISMO


Cari amici,
recentemente ho pensato che la parola BULLISMO possa legarsi indissolubilmente alla parola NULLISMO e che, pertanto, si possa utilizzare lo slogan "BULLO NULLO" come estrema sintesi della condizione di carenza di valori positivi che contraddistingue la personalità del bullo.
Ovviamente il "BULLO NULLO", come una bolla di sapone, svanisce nel momento in cui decide di abbandonare i comportamenti che ledono la vita altrui, divenendo un NULLA BULLO, cioè una persona "normale", con difetti "normali" e pregi "normali".
BULLO NULLO: mio gioco di parole. Dietro ad esse, però, si concretizza un altro grosso problema che investe il nostro tempo.

Cari saluti.

DNA

LIBERTA'

Cari amici,

voglio condividere con voi un momento di contentezza per la ritrovata libertà di Giovanni Battista (Titti) Pinna. Era stato sequestrato in Sardegna otto mesi fa e si cominciava anche a pensare che non sarebbe più tornato ai suoi affetti familiari.
La libertà è uno dei più alti valori inalienabili cui tende sempre l'uomo, ma può essere limitata o negata in tantissimi modi attinenti sia alla sfera fisica sia a quella psichica, tanto da farmi dire che si tratta di una dimensione utopistica irraggiungibile. Perchè? Perchè tutti noi siamo soggetti a piccoli e grandi condizionamenti che pongono dei "paletti" al nostro agire. Discorso lunghissimo che evito per non scrivere un "volume", ma vi voglio far notare che già la mattina cominciamo ad autolimitare la nostra libertà vestendoci in funzione di ciò che la gente può pensare di noi o in base agli ultimi dettami della moda.
Claudio Baglioni, nella sua "Mia libertà", fa risalire la perdita della libertà anche alla nascita dell'amore, dicendo: "....mia libertà, mi sento proprio un traditore, che brutto guaio che è l'amore, mia libertà". Oppure: "....mia libertà, le prime corna per amore io te le ho messe a malincuore, mia libertà". Quindi, anche l'amore potrebbe essere una componente della vita che limita la nostra libertà. Ma possiamo concepire la nostra vita senza l'amore? Impossibile. Da questo deriva, allora, che noi già dalla nascita siamo certamente destinati a vivere la nonlibertà? Liberamente, cosa ne pensate?
Vi saluto con un abbraccio.

DNA

LE AVVENTURE DI HENRY POSTER

Quanto segue è la prima puntata, pubblicata sulla Fanzine "Di là dal ponte", del racconto che ho pensato traendo spunto dalla biografia di Claudio Enrico Paolo Baglioni, che, essendo un Grande Mago, ho qui ribattezzato "HENRY POSTER".
Un caro saluto a tutti e .... tutto in un abbraccio !!!!

DNA

- Prima Puntata -

Non so in quale anno Cino Tortorella (per chi non lo sapesse, è il Mago Zurlì), incontrandola casualmente, disse a Sylvie: "avrai un figlio Mago!!". Lei non poteva capire queste parole, nè la cosa migliorò dopo averne parlato con Richard, suo marito: "un figlio Mago!!?? .... mah!! L'importante è che sia sano!!".
Quindi, il 16 maggio 1951, nasceva a Roma Claude Henry Paul Baglioni, da qui in avanti Henry Poster. Alcuni giorni prima era apparso in cielo un grande disco 33 giri di vinile. I tre Re Magici Erreciarre, Cibiessarre ed Emiarre, che erano stati avvertiti della venuta di un Grande Mago sulla Terra, si misero in viaggio in sella alle loro Lambrette, alla ricerca della clinica dove sarebbe nato Henry Poster. Il disco si era fermato sopra il quartiere di Montesacro, ma dovettero rinunciare perchè i vigili urbani sequestrarono le Lambrette, essendo troppo vecchie, smarmittate e senza assicurazione. Ritornarono mestamente a piedi alle loro case discografiche.
Intanto Henry Poster, neonato, operò subito la prima magia facendosi scaldare da una chitarra e da un pianoforte. Mamma Sylvie e papà Richard lo osservavano orgogliosi, anche se, effettivamente, aveva le gambette storte e dava l'impressione che non vedesse bene, perchè non si spaventava quando gli veniva mostrata la fotografia di Lucio Dalla.
Si conosce poco della sua primissima infanzia, se non che cominciò con le sue formule magiche dicendo: "mamma callo pu cciù", facendo così materializzare una Citroen Due Cavalli di colore giallo, che non poteva ancora guidare non avendo la patente. Papà Richard dovette cercare un garage dove custodirla. Qualcuno, però, riferisce di averlo visto sfrecciare in volo sui cieli di Roma, di notte, mentre l'autoradio della 2CV diffondeva le note di una canzone ancora sconosciuta che diceva: ".... e lo vedi ballare lontano da qui, sul filo dei tetti, più su .... ". Ma di ciò non c'è certezza.
Tra le prime parole che Henry Poster pronunciò ci furono anche "casetta" e "Canadà". Infatti un bel giorno, all'età di sette anni, balzò sopra una sedia e cantò "la casetta in Canadà", in un bar del quartiere di Centocelle, per la gioia di familiari ed amici. Venne ricompensato con un'aranciata.
Henry Poster era timidissimo, educato e studioso ma allora non esistevano i bulli, o se esistevano erano meno numerosi di oggi e meno pericolosamente stupidi, per cui la sua timidezza non era oggetto di scherno. Inoltre le sue facoltà magiche, la sua grande intelligenza e la sua volontà neutralizzavano il tentativo di qualche raro "capobranco" in erba, che doveva rapidamente rinunciare alla sua azione per andare a rifugiarsi tra i propri simili, in quella particolare dimensione dove vivono gli imbecilli, che difettano della capacità di comprendere l'importanza del rispetto e delle regole di buona convivenza civile.
I suoi compagni di scuola elementare riferiscono che aveva un'inspiegabile particolare predilezione per la maglietta "fina" e "stretta" della sua compagna di banco e che, la domenica mattina, aveva la strana abitudine di andare al mercato di Porta Portese e di chiedere il prezzo dei blue jeans, che non comprava mai. Il venditore ogni volta gli chiedeva: "ma 'sti carzoni li voj o non li voj?".
Henry Poster, appena adolescente, cominciò a vestire maglioni neri a collo alto, a portare gli occhiali spessi e, con aria da intellettuale, con la prima chitarra che gli era stata regalata dallo zio, si mise a strimpellare le canzoni di Fabrizio De Andrè, guadagnandosi dagli amici del quartiere il soprannome di "Agonia". Anche i gatti neri, nel vederlo, cambiavano velocemente strada. Con le ragazze, poi, non batteva un chiodo e tutte, manco si fossero messe d'accordo, gli ripetevano: "sei una frana!! Sei una frana!!". Lui non ci credeva e continuava ad accompagnarle a ballare nelle festicciole casalinghe, facendosele invariabilmente soffiare dagli amici.
(fine della prima puntata)

DNA Giorgio Giovanni Lai