FRATELLI SILENZIOSI

L'altro giorno un ragazzo Down è stato dileggiato e picchiato da alcuni suoi compagni di scuola. Il filmato è stato divulgato in Internet. Ora non voglio esprimere la mia opinione che, sull'impeto dell'emotività, sarebbe troppo drastica. Vi sottopongo, però, una mia riflessione, già pubblicata qualche mese fa da un quotidiano della Sardegna.

Vado tutti i giorni nella Casa Famiglia che ospita Alberto, mio figlio, disabile gravissimo. Oltre lui, incontro Italo, Ivano, Paolo, Stefano, Francesco, Valentino, Antonello, Martino e Gilberto.
La loro presenza silenziosa, che non chiede ma che "impone" una risposta spontanea e rapida, mi obbliga a continue riflessioni su tanti interrogativi. Il primo è quello di dare un senso ed un perchè alla loro esistenza. Qualcuno neppure cammina e parla, eppure basta un semplice sguardo per catturarti ed "obbligarti" ad occuparti dei loro bisogni.
Alberto mi guarda, muto, con un occhietto un po' storto, per uno strabismo che non è stato possibile correggere completamente; Antonello con i suoi occhi che sembrano frammenti di un manto immacolato. Valentino con il suo sguardo scanzonato e ridente come a dire: "eccomi qua per sempre su questa sedia a rotelle, ma con un'immensa voglia di vivere"; Francesco, anche lui un po' strabico, con gli occhi scuri, luminosi che mi ripete con un bel ritornello: "LLLLLai porta casa mamma"; Ivano, da dietro le sue lenti spesse, mi dice sempre: "dov'è Marinella? Saluta tua mamma"; Italo, persona Down, mi guarda, mi abbraccia e mi dice: "non sto tanto bene", ma non è quasi mai vero. E' lui che il giorno della Festa del Papà mi fece gli auguri, primo ed unico in questo nostro mondo di "uomini desolatamente normali", perchè "sei il Papà di Alberto".
Non aggiungo altro, se non spiegare perchè sono "Fratelli silenziosi", anche se l'avete già capito. La loro assenza di richieste è più imperiosa di una vera domanda d'aiuto e ti spinge all'azione, all'impegno, alla loro difesa "senza se e senza ma", al "sacrificio continuo".
Grazie, fratelli silenziosi. E perdonateci per quanto non sappiamo o vogliamo fare per Voi.

DNA Giorgio Giovanni Lai

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